L’inconscio costruttivista

Esiste una zona della nostra conoscenza sulla quale ci possiamo affacciare e vederne la struttura ma la sua organizzazione rimarrà probabilmente per sempre un mistero.

L’istinto, ad esempio, è una delle sue manifestazioni ma, mentre siamo ben disposti a compiere atti inconsulti per salvaguardare l’incolumità fisica, riteniamo spesso opportuno frenare l’impulso quando esprime il pensiero.

Per quanto ipotizziamo di poter pianificare gli eventi e prevederne le conseguenze, ci troveremo spesso a fare i conti con l’imprevedibilità delle circostanze; la logica ci potrà aiutare ma dovrà essere abbastanza sfumata da contemplare improvvise azioni adattive.

Abbiamo bisogno di qualcosa che non solo organizzi le informazioni ma sappia anche prevedere le nostre intenzioni e, se sono state costruite macchine efficienti in base a questo principio profondamente umano, perché non prendere coscienza del nostro funzionamento approssimativo che utilizza il paradosso? Sappiamo che la terra è tonda, ma se vogliamo realizzare un campo da tennis dobbiamo pensare che contemporaneamente essa sia anche piatta.

In questo momento immagino l’inconscio come l’autofocus di una macchina fotografica progettata con la tecnologia fuzzy, quella che utilizza dati ambigui tra il completamente falso ed il completamente vero, come abbastanza, quasi o un poco, riuscendo a realizzare operazioni estremamente sofisticate attraverso processi molto semplici: centra la scena, in base all’inquadratura stabilisce quale sia l’elemento importante da porre in primo piano, sceglie la giusta esposizione di luce per rendere al meglio la qualità dell’immagine ed è pronta per lo scatto.

Allo stesso modo l’inconscio elabora una grande quantità di informazioni apprese in tempi, luoghi e contesti diversi, conosce lo scopo ma per tradurre la volontà in azione deve servirsi della ragione, che sa occuparsi del pratico.

La qualità della loro intesa determina l’armonia o l’incomprensione ed occorre tenere presente che il linguaggio razionale dialoga in maniera disinvolta con interlocutori i quali abbiano sembianze concrete, da cui arrivino indicazioni certe. All’inconscio è affidato il compito di elaborare velocemente varie opzioni possibili, quasi sempre vaghe e contraddittorie, individuare la scelta più adatta allo scopo e comunicare il messaggio alla ragione, la quale potrà pregiarsi del merito di essere stata l’artefice del gesto.

L’inconscio nell’ipnosi costruttivista è espressione di sapienza, è l’intelligenza che sa comprendere e spiegare, lo stimolo all’azione, il sostegno al dolore. Se avremo fiducia nelle sue scelte, le nostre azioni si svolgeranno in modo armonico attraverso un dialogo perfetto. Quando decideremo di ignorare l’istinto per privilegiare un sistema esterno a noi, l’inconscio procederà comunque con determinazione alla realizzazione del suo progetto e cercherà l’ascolto attraverso ogni comunicazione possibile, in un contesto sgraziato e dissonante, capace di provocare disagi di svariata espressione.

LA VIA DELLA CEDEVOLEZZA