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La via della cedevolezza

Tutto ha inizio con una distinzione: possiamo vedere, e quindi conoscere, solo se scorgiamo la differenza.

Non possiamo accorgerci dell’esistenza di una figura nera su di uno sfondo nero, così come non possiamo sapere cosa significhi essere figli fino a quando i genitori si prendono cura di noi o apprezzare un’abitudine fino a quando non dovremo rinunciarvi.

La conoscenza è sempre l’esito di una costruzione che nasce da dentro, frutto dell’esperienza e dell’attività cognitiva, la quale è quasi sempre determinata da fini personali.

Per vedere occorre credere.

Le nostre teorie e convinzioni si affermano e resistono nella misura in cui ci restituiscono esattamente ciò che ci aspettiamo da esse, che equivale a dire: ognuno è il miglior profeta di se stesso.

La nostra conoscenza ci permette di fare previsioni, favorire oppure evitare certi fenomeni, e sarà messa in discussione nel momento in cui si rivelerà incompatibile con il mondo dell’esperienza.

I mondi personali sono in perenne trasformazione e ristrutturazione, nell’incessante scambio di materiali con altri mondi, descritti e creati dal punto di vista adottato.

La varietà dei punti di vista implica la possibilità di produrre diverse ed infinite versioni del mondo.

Il conoscere è quindi una questione di punti di vista, la cui comprensione può essere favorita nello stato di trance ipnotica.

Abbiamo regole e istruzioni che in parte derivano dal contesto educativo ma anche e soprattutto da come siamo fatti.

In quanto esseri biologicamente viventi, reagiamo al contesto esterno per difendere la nostra sopravvivenza, quella fisica come quella di pensiero, in un perenne adattamento interiore che si arricchisce di possibilità attraverso il linguaggio e la comunicazione.

E’ proprio la comunicazione, lo strumento che lega l’individuo agli altri, definisce l’ambiente e, attraverso il linguaggio, lo crea.

Il Tao Te Ching insegna:

Il Dao di cui si può parlare, non è l’eterno Dao / Il nome che può essere nominato non è l’eterno nome / ……/ l’essere è la madre delle diecimila cose / le vie che si possono percorrere non sono l’eterna Via / i nomi che possono essere nominati non solo l’eterno nome.

Se, per l’antica sapienza cinese nominare è la madre della diecimila cose, analogamente secondo Wittgenstein il linguaggio rappresenta il mondo e lo fa attraverso proposizioni, immagini, modelli che possano raffigurare stati di cose.

Le parole non sono un insieme di etichette che è possibile apporre idealmente agli oggetti o ai sentimenti a cui si riferiscono; il linguaggio umano è un intreccio eterogeneo di attività il cui significato corrisponde, nella maggior parte dei casi, al suo uso all’interno di un determinato contesto.

La volontà di abbinare le innumerevoli potenzialità mentali con l’idea di costruzione soggettiva della realtà, ha portato alla nascita dell’Ipnosi Costruttivista.

Come in un sogno in cui sai di sognare, qualcuno ti guida.

IPNOSI REGRESSIVA